«La giovinezza è un tempo di grande ricchezza, ma anche di grande vulnerabilità », dice François Rouiller che è responsabile della pastorale giovanile nel Canton Vaud. Grazie al suo lavoro ha imparato a conoscere le necessità dei giovani. Una domanda senza tempo li assilla: «Ma io chi sono?» oppure «Qual’è il mio posto nella società?». François Rouiller, inoltre, ha potuto scoprire nuove paure giovanili, come l’incertezza per il futuro o la paura per le catastrofi climatiche. «Vogliamo accompagnare i giovani sulla loro strada», ci dice. I centri giovanili giocano un ruolo importante. Tra i tanti ne emerge uno, il CAJO, ovvero il centro giovanile ecumenico di Yverdon. La sua posizione nel centro città permette a tanti giovani di farci una capatina ad ogni momento della giornata o di ritrovarvisi per il pranzo. Qui si cerca di venire incontro ai bisogni delle giovani donne e uomini che frequentano il centro con una quantità di offerte. Mentre alcuni partecipano a pellegrinaggi, altri cantano nel coro o cercano dialoghi personali. Coi ragazzi si trattano sovente problemi famigliari o con gli amici, ma anche questioni di ordine spirituale. Come si spiega François Rouiller la popolarità del CAJO? «Qui vengono persone che sono alla ricerca. I giovani vogliono risposte a domande profonde.» Il successo del CAJO non incide purtroppo sulla sua difficile situazione economica. La parrocchia di Yverdon non dispone di mezzi sufficienti per finanziare i locali del centro. François Rouiller: «Senza il sostegno della MI, il CAJO non potrebbe far altro che chiudere.» – Con il vostro contributo potete impedire che ciò avvenga. Info MI n° 2/10 (Festa federale di ringraziamento 2010)